- Sistema degenerativo (o al collasso): Un sistema è considerato degenerativo o al collasso quando il rateo di dispersione delle risorse è maggiore del rateo della produzione. Un esempio tangibile di sistema degenerativo è l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche in un’area marina. Se la pesca eccessiva supera la capacità di riproduzione degli organismi ittici, si verifica un collasso delle popolazioni ittiche e un danneggiamento irreparabile degli ecosistemi marini.
- Sistema resiliente: un sistema è considerato in equilibrio quando le risorse in ingresso coincidono con quelle in uscita. Tuttavia, è importante sottolineare che gli ecosistemi naturali non sono statici, ma caratterizzati da fluttuazioni e adattamenti. Un esempio di sistema equilibrato è un bosco in cui la crescita e la morte degli alberi, insieme all’apporto di nutrienti e alla decomposizione, mantengono un ciclo vitale sostenibile nel tempo.
- Sistemi rigenerativi: I sistemi rigenerativi sono progettati per ripristinare e rigenerare le risorse utilizzate, contribuendo a mantenere i processi vitali a lungo termine. Capra e Luisi nel loro testo “visione sistemica” considerano la vita come rigenerativa, cognitiva, auto-organizzata e creativa. La vita è intrinsecamente rigenerativa. I sistemi viventi hanno la capacità di autorigenerarsi. La rigenerazione può manifestarsi a diversi livelli, come la rigenerazione cellulare o il ripristino degli ecosistemi danneggiati. Cognitiva: i sistemi viventi hanno la capacità di percepire, apprendere e interagire con l’ambiente. Non è necessariamente ristretta alla coscienza umana, ma si estende a forme di intelligenza e apprendimento presenti anche negli organismi e negli ecosistemi. Auto-organizzata: i sistemi viventi sono quella capacità di organizzazione ulteriore e processuale, autonoma e autopoietica. Questo concetto esprime che i sistemi vivi siano in grado di emergere e svilupparsi attraverso l’interazione delle loro parti costituenti. Creativa: Capra e Luisi considerano la vita come intrinsecamente creativa. I sistemi viventi hanno la capacità di generare nuove forme, modelli e comportamenti attraverso processi di innovazione e adattamento. La creatività è vista come una caratteristica fondamentale dei sistemi viventi, in quanto consente loro di evolvere e generare diversità. In sintesi, nella visione sistemica di Capra e Luisi, la vita è considerata come un fenomeno rigenerativo, cognitivo, auto-organizzato e creativo, sottolineando la complessità e la dinamicità dei sistemi viventi.
- Il concetto di abbastanza: è fondamentale considerare i limiti e le capacità del contesto in cui si opera. Troppo stroppia: é inutile e probabilmente dannoso aumentare a dismisura il perimetro di uno stagno. (attitudine ammerigana!!) esempio, nel caso di uno stagno, un aumento eccessivo della corrugazione del suo perimetro può portare a problemi come l’eutrofizzazione, in cui l’eccesso di nutrienti causa una proliferazione di alghe dannose per l’ecosistema acquatico.
- Il cervello umano come filtro: Il cervello umano è un organo complesso che elabora flussi di informazione, producendo schemi e sviluppando “pensiero”. E inoltre concorre ad una serie di funzioni fondamentali. Il processo interpretativo è influenzato da fattori intrinseci, soggettivi, dinamiche sociali, emozioni, ambienti culturali e situazione biografica. Per coltivare la capacità di discernimento, è importante sviluppare un pensiero critico e consapevole, integrando la diversità di prospettive e valutando in modo obiettivo le informazioni disponibili.
- Flussi e patterns: I flussi sono presenti in molti aspetti del mondo naturale e anche nella società umana. Ad esempio, il flusso di energia solare, il flusso di acqua in un fiume o il flusso di informazioni in una rete di comunicazione. L’osservazione dei flussi consente di identificare i patterns, ovvero modelli ricorrenti e prevedibili. Ad esempio, l’andamento stagionale delle precipitazioni in una determinata regione è un pattern che può essere utilizzato per pianificare l’irrigazione delle colture in modo più efficiente.
- Patterns e scienza della complessità: Nei sistemi complessi, come gli ecosistemi, i patterns giocano un ruolo fondamentale nello studio e nella comprensione dei fenomeni. La scienza della complessità si occupa di analizzare le relazioni tra gli elementi di un sistema e gli effetti emergenti che ne derivano. I patterns emergono dalle interazioni tra le parti costituenti di un sistema e possono fornire informazioni preziose sulla sua dinamica e sulle sue proprietà.
Ad esempio, consideriamo un ecosistema forestale. Gli alberi interagiscono tra loro, “competendo” per la luce solare (di giorno é illimatata ma puó esser stratificata!) e interagendo attivamente con le risorse del suolo. Queste relazioni possono dare origine a patterns come la formazione di radure nel sottobosco, la distribuzione degli alberi di diverse specie in base alle preferenze di suolo e l’esistenza di una gerarchia di altezze tra gli alberi. Lo studio di tali patterns ci consente di comprendere meglio le dinamiche di crescita, la biodiversità e l’interconnessione degli organismi all’interno dell’ecosistema forestale.
La scienza della complessità ci insegna che i sistemi complessi sono caratterizzati da una serie di principi fondamentali, tra cui:
- Non linearità: I sistemi complessi spesso mostrano risposte non proporzionali agli stimoli. Piccole variazioni iniziali possono generare grandi effetti a cascata nel tempo, rendendo difficile prevedere il comportamento del sistema.
- Feedback: I feedback sono interazioni tra gli elementi di un sistema in cui gli effetti di una variabile influenzano la dinamica di altre variabili. I feedback possono essere positivi, amplificando un processo, o negativi, attenuandolo. Queste interazioni possono contribuire alla stabilità o all’instabilità del sistema.
- Auto-organizzazione: I sistemi complessi hanno la capacità di auto-organizzarsi, cioè di generare nuovi pattern e strutture a partire dalle interazioni tra le loro componenti. Questo processo di auto-organizzazione può emergere spontaneamente e portare a una maggiore complessità e diversità nel sistema.
- Adattabilità: I sistemi complessi sono in grado di adattarsi e di evolvere nel tempo in risposta ai cambiamenti dell’ambiente o alle perturbazioni interne. L’adattabilità è una caratteristica chiave per la resilienza e la sostenibilità dei sistemi complessi.
L’approccio basato sui patterns e la scienza della complessità ci aiuta a superare una visione riduzionista e lineare del mondo. Ci offre strumenti concettuali e metodologici per progettare sistemi resilienti (in potenza rigenerativi) che siano in grado di adattarsi alle sfide ambientali attuali.
Progettazione dai pattern ai dettagli:
Nella permacultura, la progettazione si basa sull’osservazione e l’identificazione dei pattern naturali presenti in un determinato contesto. I pattern possono essere di diversa natura, come flussi idrici, venti dominanti, modelli di crescita delle piante o comportamenti animali. Una volta identificati i pattern, vengono utilizzati come guida per progettare e organizzare gli elementi del sistema in modo da sfruttarne al massimo le interazioni e le sinergie.
Un esempio di progettazione basata sui pattern è l’agroforestazione. L’agroforestazione combina alberi, colture e bestiame in un sistema integrato, prendendo spunto dai pattern osservati in ecosistemi forestali naturali. Gli alberi forniscono ombra, legna da ardere, frutta e habitat per la fauna, le colture si benefici-ano del microclima creato dagli alberi e il bestiame contribuisce alla fertilità del suolo con i suoi escrementi. Questo approccio consente di sfruttare le interazioni tra gli elementi del sistema per ottenere benefici multipli e creare un ambiente più resiliente e sostenibile.
La progettazione dai pattern ai dettagli si basa anche sull’attenzione ai dettagli locali e al contesto specifico. Ad esempio, l’orientamento di un edificio può essere studiato in relazione al sole per massimizzare l’uso dell’energia solare passiva. La scelta delle piante da coltivare può essere fatta considerando le esigenze specifiche del suolo, del clima e delle interazioni tra le specie vegetali.
Permacultura sociale:
La permacultura sociale è un’area della permacultura che si occupa di progettare sistemi sociali sostenibili, resilienti e equi. Si basa sui principi etici della permacultura: prendersi cura della Terra, prendersi cura delle persone e condividere equamente le risorse. La permacultura sociale promuove la creazione di comunità resilienti, in cui le persone collaborano, condividono conoscenze e risorse, e prendono decisioni consapevoli per il benessere collettivo.
Riferimenti scientifici:
- Diver, S. (2016). The Permaculture City: Regenerative Design for Urban, Suburban, and Town Resilience. Chelsea Green Publishing.
- Macnamara, L. (2012). People and Permaculture: Caring and Designing for Ourselves, Each Other, and the Planet. Permanent Publications.
Permacultura urbana:
La permacultura urbana applica i principi e i metodi della permacultura all’ambiente urbano. L’obiettivo è creare comunità urbane sostenibili, resilienti e rigenerative, in cui si promuovono pratiche ecologiche, la produzione di cibo locale, l’efficienza energetica e l’uso consapevole delle risorse.
Un esempio di permacultura urbana è la trasformazione di spazi pubblici o privati in giardini comunitari. Questi giardini permettono alle persone di coltivare il proprio cibo, di connettersi con la natura e di creare un senso di appartenenza alla comunità. Inoltre, la permacultura urbana promuove anche l’uso di tecnologie eco-sostenibili come i sistemi di raccolta dell’acqua piovana, l’energia solare e la gestione sostenibile dei rifiuti.
Riferimenti scientifici:
- Hemenway, T. (2015). The Permaculture City: Regenerative Design for Urban, Suburban, and Town Resilience. Chelsea Green Publishing.
- Smit, J., & Nasr, J. (1992). Urban Agriculture: Food, Jobs, and Sustainable Cities. United Nations Development Programme.
- La permacultura è un metodo basato su principi ecologici che mira a creare habitat resilienti e restaurativi. La permacultura si concentra sulla rigenerazione delle risorse, sull’ottimizzazione dei flussi di energia e sulla progettazione sistemica
- Resilienza ecologica: La resilienza ecologica si riferisce alla capacità di un ecosistema di resistere a perturbazioni, adattarsi ai cambiamenti e ripristinare le proprie funzioni e strutture. Questo concetto implica la comprensione dei collegamenti e delle interazioni tra gli elementi di un sistema, nonché la promozione di dinamiche che sostengono la sua stabilità e adattabilità.
- Design sistemico rigenerativo: Il design sistemico rigenerativo è un approccio che mira a creare sistemi, in cui le risorse vengono rigenerate costantemente, autonomamente e ottimizzate per accumulare nel paesaggi servizi ecologici, sociali ed economici. Questo approccio si basa sulla comprensione delle dinamiche dei sistemi complessi.
- Scienza delle reti e della complessità: La scienza delle reti e della complessità studia le interazioni tra gli elementi di un sistema complesso e cerca di comprendere i modelli emergenti e le proprietà collettive che emergono da queste interazioni. Questo campo di studio utilizza strumenti matematici e modelli di rappresentazione.
“Resilience Thinking” di Brian Walker e David Salt, per ottenere una comprensione più dettagliata e accurata di questi concetti complessi.
La permacultura è un campo multidisciplinare che combina principi scientifici con approcci etici e culturali. Pertanto, la sua applicazione può variare in base al contesto geografico e alle esigenze specifiche di un determinato luogo.
Ripartiamo dai concetti…
Il rapporto tra energia ed entropia è una legge fondamentale della termodinamica. L’energia rappresenta la capacità di un sistema di eseguire lavoro, mentre l’entropia è una misura della distribuzione dell’energia all’interno del sistema. Secondo la seconda legge della termodinamica, l’entropia di un sistema isolato aumenta nel tempo, indicando una tendenza verso lo stato di equilibrio termodinamico e una diminuzione dell’energia disponibile per il lavoro.
I sistemi molecolari, come le reazioni chimiche e le interazioni tra le molecole, rivestono un ruolo essenziale nello studio dei processi che hanno portato all’origine della vita biologica. Il lavoro di Ilya Prigogine, premio Nobel di chimica e fisica, si è concentrato sui sistemi complessi lontani dall’equilibrio termodinamico, in cui materia ed energia possono organizzarsi spontaneamente in strutture ordinate.
Prigogine ha introdotto il concetto di “strutture dissipative”, che sono sistemi aperti in grado di scambiare energia e materia con l’ambiente circostante. Questi sistemi possono mantenere una struttura stabile e complessa nonostante il flusso continuo di energia. Secondo Prigogine, l’organizzazione spontanea delle strutture dissipative è guidata dalla dissipazione dell’energia e dall’aumento complessivo dell’entropia nell’ambiente circostante.
Nel contesto dell’origine della vita, si ipotizza che i sistemi molecolari primitivi, come le prime reazioni chimiche prebiotiche, abbiano potuto sfruttare le proprietà di dissipazione dell’energia e l’aumento dell’entropia per sviluppare un ordine locale. Questo avrebbe favorito l’accumulo di sostanze chimiche complesse e l’evoluzione di sistemi molecolari sempre più sofisticati, che alla fine hanno portato all’emergere della vita biologica.
Va sottolineato che l’origine della vita è ancora oggetto di ricerca e rimangono molte domande senza risposta definitiva. Tuttavia, lo studio delle relazioni tra energia, entropia e sistemi molecolari rappresenta un ambito significativo per comprenderne i processi che potrebbero aver condotto all’emergere della vita sulla Terra.
- Anassimandro (610-546 a.C.): Fu un filosofo greco antico e uno dei primi a cercare spiegazioni razionali sulle origini e la natura dell’universo. Sostenne l’idea che l’universo fosse regolato da leggi naturali e propose la teoria dell’apeiron, un principio indeterminato e indefinito da cui tutte le cose derivano.
- Lucrezio (99-55 a.C.): Fu un poeta e filosofo romano noto per il suo poema epico “De rerum natura” (Sulla natura delle cose). Lucrezio promosse l’epicureismo e sostenne una visione materialistica dell’universo, affermando che tutto ciò che esiste è composto da particelle invisibili chiamate “atomi” che interagiscono tra loro.
- ihttps://www.youtube.com/watch?v=6tvIjZXGo7s
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Prima dell’introduzione dei numeri complessi, gli antichi matematici lavoravano principalmente con i numeri reali, che rappresentano quantità sulla linea dei numeri. Tuttavia, si sono trovati di fronte a situazioni in cui le equazioni non avevano soluzioni reali. Ad esempio, l’equazione x^2 + 1 = 0 non ha soluzione reale perché non esiste un numero reale il cui quadrato sia -1.
Per superare questa limitazione, i matematici iniziarono a esplorare soluzioni “immaginarie” per tali equazioni. Già nell’antica Grecia, i matematici si imbattevano in radici quadrate negative in alcuni problemi geometrici, ma non erano in grado di fornire una spiegazione coerente per tali quantità.
Tuttavia, nel XVI secolo, i matematici europei iniziarono a sviluppare sistemi formali per manipolare queste quantità “immaginarie”. Rafael Bombelli, un matematico italiano, propose un’interpretazione operativa dei numeri immaginari, trattandoli come quantità che soddisfano l’equazione x^2 = -1. Ciò ha permesso di estendere i calcoli matematici oltre i numeri reali.
Successivamente, matematici come Girolamo Cardano e John Wallis contribuirono allo sviluppo di regole e notazioni per i numeri complessi. La notazione moderna per i numeri complessi, con l’uso dell’unità immaginaria “i” (dove i^2 = -1), fu introdotta da matematici come Leonhard Euler nel XVIII secolo.
L’introduzione dei numeri complessi ha fornito una soluzione elegante e coerente per le equazioni che coinvolgono radici quadrate negative e ha aperto nuove possibilità per la matematica e le sue applicazioni. Oggi, i numeri complessi sono ampiamente utilizzati nella teoria dei numeri, nell’analisi matematica, nella fisica teorica e in molti altri campi scientifici.
La radice quadrata di -1, rappresentata come
√(-1)
, è una quantità immaginaria. In matematica, viene comunemente indicata come “i”. Quindi, la radice quadrata di -1 è semplicemente i. Tuttavia, è importante notare che i è un numero immaginario definito in modo che i^2 sia uguale a -1.
- Galileo Galilei (1564-1642): Fu un fisico, astronomo e filosofo italiano considerato uno dei padri della scienza moderna. Galileo condusse esperimenti e osservazioni che contraddicevano le concezioni tradizionali dell’universo, sostenendo l’importanza dell’osservazione empirica e promuovendo il metodo scientifico basato sull’evidenza.
- Giordano Bruno (1548-1600): Fu un filosofo italiano noto per le sue teorie cosmologiche rivoluzionarie. Bruno sostenne l’infinità dell’universo e l’esistenza di numerosi mondi abitati. Le sue idee erano controverse per l’epoca e, in seguito alle sue convinzioni ereticali, fu perseguitato e bruciato al rogo dall’Inquisizione.
- Albert Einstein (1879-1955): Fu uno dei più grandi scienziati del XX secolo e sviluppò la teoria della relatività, che rivoluzionò la nostra comprensione dello spazio, del tempo e della gravità. Einstein dimostrò l’interdipendenza tra materia, energia e spazio-tempo, aprendo la strada a nuove prospettive sulla natura dell’universo.
- Francisco Varela (1946-2001) e Humberto Maturana (nato nel 1928): Furono due biologi e filosofi cileni noti per il loro contributo alla teoria dell’autopoiesi, che si riferisce alla capacità di un organismo di autogenerarsi e mantenere la propria struttura in un ambiente in continua evoluzione. Questa prospettiva ha sottolineato l’importanza del processo cognitivo all’interno di ogni organismo vivente, inclusi anche quelli di dimensioni molto ridotte. > la mente, il corpo e l’ambiente come un unico sistema integrato.
- (Mancuso) Per quanto riguarda le piante, la ricerca ha evidenziato che possiedono capacità cognitive e meccanismi di percezione che vanno oltre la semplice risposta agli stimoli ambientali. Le piante sono in grado di percepire e rispondere a fattori come la luce, il suono, le vibrazioni, il calore, la gravità e la presenza di altre sostanze chimiche. Queste risposte sono considerate forme di percezione e cognizione vegetale.
Le forme di cognizione e percezione delle piante possono includere:
- Fototropismo: la capacità di rilevare e rispondere alla direzione della luce.
- Tigmotropismo: la capacità di rilevare e rispondere al contatto fisico o alla stimolazione meccanica.
- Chemiotassi: la capacità di rilevare e rispondere a sostanze chimiche nell’ambiente.
- Termotassi: la capacità di rilevare e rispondere alle variazioni di temperatura.
- Nocicettività: la capacità di rilevare e rispondere a stimoli dannosi o lesivi.
- Memoria a breve termine: la capacità di ricordare e rispondere a eventi recenti.
- Comunicazione chimica: la capacità di scambiare segnali chimici con altre piante o organismi.
Questi sono solo alcuni esempi delle molteplici forme di cognizione e percezione che possono essere osservate nelle piante. La ricerca continua a indagare sulle capacità cognitive delle piante, ampliando la nostra comprensione delle interazioni tra gli organismi e il loro ambiente.
DOVE SIAMO OGGI
schema di analisi generale che può essere applicato a qualsiasi campo di intervento umano, basato sui principi della permacultura:
- Obiettivo principale: Identificare l’obiettivo principale del progetto o dell’intervento, che può variare a seconda del contesto. Ad esempio, potrebbe riguardare la creazione di un sistema sostenibile, la promozione dell’equità sociale o il miglioramento dell’efficienza energetica.
- Elementi del sistema: Identificare e descrivere gli elementi o le componenti del sistema che influiscono sull’obiettivo. Questi possono includere persone, risorse, strutture, processi o politiche.
- Funzioni: Determinare le funzioni svolte da ciascun elemento o componente del sistema in relazione all’obiettivo. Ad esempio, come un’organizzazione può contribuire alla partecipazione attiva della comunità o come una politica può promuovere la sostenibilità ambientale.
- Connessioni e interazioni: Analizzare le connessioni e le interazioni tra gli elementi o le componenti del sistema. Valutare come queste connessioni influenzano l’efficacia complessiva del sistema e come possono essere ottimizzate per raggiungere l’obiettivo.
- Flussi di energia e risorse: Individuare i flussi di energia, informazioni e risorse all’interno del sistema. Valutare come queste risorse vengono utilizzate, allocate e distribuite. Considerare anche l’efficienza e la sostenibilità di questi flussi.
- Analisi dei problemi: Identificare i potenziali problemi, le sfide o i conflitti che possono sorgere nel sistema. Valutare gli ostacoli o le barriere che possono impedire il raggiungimento dell’obiettivo e pianificare strategie per affrontarli in modo efficace e sostenibile.
- Soluzioni integrate: Sviluppare soluzioni integrate e sinergiche per affrontare i problemi identificati. Considerare approcci multidisciplinari e collaborativi che coinvolgano diverse parti interessate per raggiungere risultati sostenibili e duraturi.
Questo schema di analisi generale può essere applicato in vari campi, come l’agricoltura, l’architettura, l’economia, l’educazione, la salute pubblica e molti altri settori in cui si desidera promuovere un’intervento umano sostenibile e armonioso.
le principali differenze tra i suoli all’equatore e i suoli al 45º parallelo sono determinate principalmente dal clima, dalla vegetazione, dalla formazione del suolo, dalla composizione del suolo, dalla fertilità del suolo, dall’utilizzo del suolo e dalle pratiche di gestione del suolo. Queste differenze sono il risultato delle influenze scientifiche legate al clima, alla geologia, ai processi di formazione del suolo e alle caratteristiche ambientali. La scienza gioca un ruolo fondamentale nell’analisi e nella comprensione di questi fattori, consentendo una migliore gestione e utilizzo del suolo in base alle sue specifiche caratteristiche scientifiche.
La gestione delle risorse idriche è un altro aspetto importante nel contesto dei sistemi sintropici. Tecniche come la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana, la costruzione di bacini idrici e la gestione delle acque superficiali e sotterranee contribuiscono alla creazione di sistemi agricoli più resilienti e sostenibili. Queste pratiche permettono di accumulare e utilizzare in modo efficiente le risorse idriche, favorendo la propagazione delle risorse all’interno del sistema e riducendo la dipendenza dalle risorse idriche esterne. Infine, è importante notare che i sistemi sintropici non si limitano solo all’ambito agricolo, ma possono essere applicati anche in altri settori. Ad esempio, nell’ambito dell’architettura sostenibile e della pianificazione urbana, i principi sintropici possono essere utilizzati per creare edifici e comunità che interagiscono in modo sinergico con l’ambiente circostante, promuovendo l’efficienza energetica
La cultura riparativa e rigenerativa si basa sulla comprensione che la vita biologica e umana sono intrinsecamente processi in continua evoluzione. Dalla prospettiva scientifica, possiamo osservare come sia la vita biologica che umana si sviluppino attraverso una serie di interazioni dinamiche.
Nel contesto della vita biologica, la biologia evoluzionistica ci fornisce una base teorica solida per comprendere l’evoluzione delle specie e l’adattamento agli ambienti. Attraverso il meccanismo della selezione naturale, le popolazioni si modificano nel corso del tempo, sviluppando caratteristiche che favoriscono la loro sopravvivenza e riproduzione. L’evoluzione è un processo continuo, evidenziato dai dati raccolti in campo paleontologico, genetico e attraverso studi di osservazione delle popolazioni attuali.
Nel caso della vita umana, la prospettiva processuale mette in luce come le persone interagiscano con il loro ambiente sociale e culturale, influenzandolo e venendo influenzati da esso. La psicologia, la sociologia e altre scienze sociali ci permettono di comprendere i processi di apprendimento, adattamento e cambiamento che caratterizzano la vita umana. Modelli matematici, come i modelli di diffusione delle idee e dei comportamenti, possono aiutarci a capire come si diffondono le innovazioni culturali e come i cambiamenti sociali si propagano all’interno di una popolazione.
Nel contesto della permacultura e della sostenibilità, l’approccio processuale ci invita a considerare la complessità dei sistemi viventi e delle loro interazioni. Ad esempio, possiamo applicare l’analisi dei sistemi complessi per studiare le dinamiche delle comunità ecologiche e comprendere come piccoli cambiamenti possano avere effetti a cascata su tutto il sistema. Inoltre, possiamo utilizzare la teoria dei giochi e i modelli matematici per esaminare le dinamiche delle interazioni umane all’interno di un sistema socio-ecologico.
Attraverso l’adozione di una cultura riparativa e rigenerativa, basata su dati scientifici e modelli matematici, possiamo sviluppare strategie e pratiche che favoriscono la sostenibilità e la resilienza dei sistemi viventi. Questo richiede una comprensione approfondita dei processi biologici, sociali ed ecologici che caratterizzano la vita biologica e umana.
In conclusione, la prospettiva processuale e l’approccio scientifico ci permettono di cogliere l’interconnessione tra la vita biologica e umana e di sviluppare strategie basate sull’evidenza per promuovere la sostenibilità e il benessere a lungo termine. Sono le dinamiche dei processi che ci spingono a considerare il continuo adattamento e cambiamento come fondamentali per il raggiungimento di una cultura riparativa e rigenerativa.
Nel contesto della permacultura sociale, l’obiettivo principale è creare sistemi sociali che siano rigenerativi, ovvero che favoriscano la salute e la prosperità di tutte le persone coinvolte. Ciò implica il posizionamento strategico di elementi funzionali all’interno del contesto sociale, creando relazioni fitte e rigenerative. Ecco alcuni esempi di posizionamento di elementi funzionali:
- Comunità e spazi condivisi: La creazione di spazi comunitari, come giardini condivisi, aree per incontri e scambi di conoscenze, promuove la connessione e la condivisione tra le persone. Posizionare questi spazi in posizioni centrali, accessibili a tutti, favorisce l’interazione e la collaborazione.
- Economia locale e scambio di risorse: Promuovere l’economia locale e il commercio equo e solidale è un elemento funzionale che può essere posizionato in modo da favorire la circolazione delle risorse all’interno della comunità. Ad esempio, creare mercati locali o cooperative di produttori può incentivare lo scambio di beni e servizi sostenibili tra i membri della comunità.
- Rete sociale e organizzazioni: Sostenere la formazione di reti sociali forti e organizzazioni di base è fondamentale per una permacultura sociale rigenerativa. Posizionare tali elementi in modo da favorire la partecipazione attiva e l’interconnessione tra le persone è importante per la creazione di una comunità resiliente e solidale.
- Educazione e apprendimento: Posizionare elementi funzionali legati all’educazione e all’apprendimento, come scuole, centri di formazione o biblioteche, in prossimità dei luoghi di vita e lavoro delle persone, favorisce l’accesso alla conoscenza e lo scambio di competenze all’interno della comunità.
- Sistema alimentare locale: La creazione di un sistema alimentare locale rigenerativo è un elemento chiave della permacultura sociale. Posizionare orti comunitari, aziende agricole biologiche e mercati degli agricoltori può favorire la produzione e il consumo di cibo locale e sostenibile, promuovendo la salute e la sicurezza alimentare della comunità.
- Sistemi di trasporto sostenibile: Promuovere l’uso di trasporti sostenibili, come piste ciclabili, mezzi pubblici e car sharing, può essere un elemento funzionale posizionato in modo strategico per ridurre l’impatto ambientale e favorire la mobilità all’interno della comunità.
Questi sono solo alcuni esempi di come posizionare elementi funzionali all’interno di un contesto di permacultura sociale per creare relazioni fitte e rigenerative. È importante considerare le specificità del contesto locale, coinvolgere attivamente i membri della comunità e adottare un approccio partecipativo per sviluppare soluzioni adatte alle esigenze e alle dinamiche sociali specifiche.
BIBLIOGRAFIA
- Holmgren, D. (2002). Permaculture: Principles & Pathways Beyond Sustainability. Holmgren Design Services.
- Mollison, B. (1988). Permaculture: A Designers’ Manual. Tagari Publications
- “Thinking in Systems: A Primer” di Donella H. Meadows – Questo libro fornisce una panoramica chiara e accessibile sui sistemi e sulle loro proprietà emergenti, offrendo una guida pratica per comprendere e affrontare le problematiche complesse.
- “Designing Regenerative Cultures” di Daniel Christian Wahl – Questo libro esplora il design sistemico rigenerativo come approccio per affrontare le sfide globali attuali, offrendo una visione olistica e pragmatica per la creazione di sistemi sostenibili e rigenerativi.
- “The Systems View of Life: A Unifying Vision” di Fritjof Capra e Pier Luigi Luisi – Questo testo introduce il concetto di “vita come rete” e fornisce una visione interdisciplinare dei sistemi viventi, mettendo in luce le proprietà emergenti e la complessità dei sistemi biologici.
- “Resilience Thinking: Sustaining Ecosystems and People in a Changing World” di Brian Walker e David Salt – Questo libro esplora il concetto di resilienza ecologica e offre un approccio per il design di sistemi che possono adattarsi e prosperare in un mondo in continua evoluzione.
- “Pattern Dynamics: A Theory of Self-Organization” di Tim Winton – Questo testo si concentra sui pattern dinamici come elementi fondamentali dei sistemi complessi, esplorando come i pattern emergono, si evolvono e influenzano il comportamento dei sistemi.
appendice
David Lorimer DESIGNING REGENERATIVE CULTURES by Daniel Christian Wahl Triarchy Press, 2016
The article discusses the concept of complex dynamic systems and their implications for understanding health and designing regenerative cultures. It emphasizes the need to move away from linear causality and towards circular causality and nonlinear mathematics when studying such systems. The author highlights the mentorship of Prof. Brian Goodwin, a prominent theoretical biologist, in shaping their understanding of complexity theory.
The article argues that health should be viewed as an emergent property of complex systems and that a salutogenic approach is necessary for creating regenerative cultures. It emphasizes the interconnectedness of individuals, families, communities, ecosystems, and the biosphere, and the importance of their collective well-being.
Authentic wholes, characterized by emergent properties like health and sustainability, are seen as products of participation and relationships within interconnected holarchies. The article emphasizes the subjective nature of these wholes and the role of individual and collective agency in co-creating the future.
The author points out that there is no observer-independent reality and that science is an inter-subjective consensus-making activity. They argue for a shift in scientific enterprise towards a focus on qualities rather than quantities and the development of an economics of qualities.
The article calls for a fundamental redesign of human presence on Earth, from a degenerative and exploitative impact to a regenerative impact. It stresses the urgency of addressing multiple crises rooted in a crisis of perception. It advocates for a shift towards a story of interbeing, where humanity is seen as interconnected with and responsible for the well-being of the entire community of life.
Sustainability is deemed insufficient, and regenerative design is proposed as a necessary response to the challenges we face. The article highlights the importance of scale-linking design and integrative whole systems design in promoting regeneration and systemic health.
Overall, the article argues for a transformative response to create diverse regenerative cultures that support the health and well-being of individuals, communities, ecosystems, and the planetary system. It emphasizes the need to understand and embrace the participatory nature of complex systems and to co-design a future that fosters the flourishing of all life.
Overall, the article argues for a transformative response to create diverse regenerative cultures that support the health and well-being of individuals, communities, ecosystems, and the planetary system. It emphasizes the need to understand and embrace the participatory nature of complex systems and to co-design a future that fosters the flourishing of all life.
Il libro “Resilience Thinking: Sustaining Ecosystems and People in a Changing World” si concentra sul concetto di resilienza ecologica e fornisce un approccio per progettare sistemi in grado di adattarsi e prosperare in un mondo in continua evoluzione. Gli autori esplorano la complessità delle sfide ambientali attuali e offrono strumenti concettuali per affrontarle
- Resilienza ecologica: La resilienza si riferisce alla capacità di un sistema di assorbire perturbazioni, adattarsi e mantenere la sua struttura e funzione essenziale. I sistemi resilienti sono in grado di affrontare cambiamenti e incertezze.
- Adattamento e apprendimento: Gli autori sottolineano l’importanza dell’adattamento e dell’apprendimento nel processo di resilienza. I sistemi devono essere in grado di apprendere dalle esperienze passate e di adattarsi ai cambiamenti in corso.
- Panoramica del ciclo di resilienza: Il libro presenta un modello di ciclo di resilienza che comprende quattro fasi: Rafforzare, Gestire, Apprendere e Adattare. Queste fasi si intersecano e si alimentano reciprocamente per favorire la resilienza del sistema nel tempo.
- Comprensione dei cambiamenti e delle incertezze: Gli autori evidenziano l’importanza di comprendere la complessità dei cambiamenti globali e delle incertezze connesse. Ciò richiede una visione sistemica e l’adozione di approcci collaborativi che coinvolgano diverse parti interessate.
- Gestione adattiva: La gestione adattiva è un approccio che si basa sulla sperimentazione, l’apprendimento e l’aggiustamento continuo. Consente di gestire i sistemi in modo flessibile, considerando le dinamiche in corso e adattando le strategie di gestione di conseguenza.
- Rafforzare: Nella fase di rafforzamento, si lavora per aumentare la resilienza del sistema, migliorando le sue capacità di assorbire perturbazioni e di mantenere la sua struttura e funzione essenziale.
- Gestire: La fase di gestione si concentra sull’adozione di strategie e pratiche per mantenere il sistema in uno stato desiderabile, gestendo le minacce e le pressioni che possono influenzarlo.
- Apprendere: Nella fase di apprendimento, si acquisiscono conoscenze e comprensione del sistema, attraverso monitoraggio, valutazione e analisi delle esperienze passate. L’apprendimento aiuta a identificare i punti di forza e le debolezze del sistema e a informare l’adattamento futuro.
- Adattare: L’adattamento implica la modifica delle strategie e delle azioni